Dalla Lapponia alla Pianura Padana
La stanchezza mi ha vinto: non ho forze per pensare a cercare un campeggio (che troverei rapidamente) e montare la tenda, farmi da mangiare…così riparto e vado a sud, lasciando l’isola di Magerøya, le navi da crociera e la mitica Hurtigrüten, il postale norvegese attraccato in rada a Honningsvåg
e Capo Nord e mi fermo ad un alberghetto di Lakselv, dove trovo una stanza e un hamburger con patatine fritte. Dopotutto posso anche soprassedere per una volta alla dieta mediterranea, mangiare schifezze (l’hamburger è buono ma 9 € sono tanti, e le nostre salsicce sono molto più saporite e meno grasse), insomma stare un po’ comodo e dormire senza preoccuparmi troppo di vento e pioggia che continuano ad imperversare per tutta la serata. Trovo il tempo anche per scaricare la grande quantità di foto e video prodotti in giornata. Ma alle 11 crollo. Martedì 9 agosto, il giorno 17, non c’è sole, neanche pioggia, e nemmeno sollievo ai dolori che ho dappertutto. Più che una camminata e una nuotata ho le conseguenze sul fisico di un match di pugilato o karate. Mi rinfranco con la colazione nella quale, per la prima volta, vedo sconcertato nel buffet dei tubetti di alluminio contenenti una pasta di caviale, una crema a base di zucchine, cipolla e cetrioli, una crema nocciola e, a fianco, scodelle con prosciutto, formaggio, marmellata, composte di verdure su cui non ho indagato, una specie di focaccia fatta con patate, uova e altre verdure verdi sconosciute, una specie di pudding, però più chiaro e per finire dei filetti di pesce marinato (non so quale, l’ho capito dall’odore). Io, che di solito assaggio tutto, stavolta mi sono limitato a cinque fette di pane tostato con burro e marmellata e un bel bicchiere di succo d’arancia, avendo già sperimentato a Oslo come il caffè sia un concetto piuttosto relativo nel Nordeuropa e anche il caffelatte alla fine ne venga coinvolto malamente. Si parte! Si torna a casa…e per la prima volta, il sole ce l’ho davanti a me mentre guido.
Nei giorni precedenti, infatti, il sole l’avevo avuto quasi sempre alle spalle. Un altro segnale di come l’orizzonte, anche dei traguardi, possa cambiare così rapidamente. In pochi chilometri raggiungo la frontiera finlandese che, in realtà è come non ci fosse: manco un essere umano, solo un edificio vuoto, un cartello con scritto Suomi / Finland e…un rettilineo lunghissimo che penetra nella foresta. E così sarà per quasi tutta la Lapponia finlandese, praticamente un monotono muro verde ai lati della strada, che costeggia un fiume imponente, anche se poco profondo, il Kitinen, fino a raggiungere Rovaniemi, capitale Lappone e sede ufficiale di Santa Klaus, cioè Babbo Natale.
Rovaniemi ospita un’altra minicittà turistica in prossimità del passaggio del Circolo Polare, che qui chiamano Napapiiri. Per noi Napapiiri è un noto marchio di abbigliamento sportivo, che è però abbinato alla bandiera norvegese (Circolo Polare in norvegese si dice Polarsirkelen)..strano, no?
A Rovaniemi faccio la spesa, anche perché in Finlandia la moneta ufficiale è l’Euro ed è meno complicato capire i prezzi. Faccio il pieno di frutta e verdure e di succhi, buoni e a buon prezzo. In pochi chilometri raggiungo Kemi, città di frontiera con la Svezia, in cui sono obbligato a fermarmi: il cellulare non dà più segni di vita e ho delle incombenze di tipo informatico che necessitano di disporre di una presa di corrente elettrica. Dopo due settimane di vita quasi “into the wild” mi ritrovo in un centro commerciale peraltro molto bello e ben tenuto, seduto ad un tavolino di un coffe shop a smanettare con computer e telefono…fatico a crederci. Riprendo il mio viaggio, aggiungo altri km stavolta di strada svedese fino al Ladrike Camping, un nome inquietante. Ma per passare la notte va bene, anche se sarà una notte piovosa e disturbata.
La Svezia del nord non è dissimile dalla Finlandia, la differenza è una maggiore presenza di città che però vengono ben bypassate dalla viabilità principale. Altra differenza, anche qui come in Norvegia non è possibile distrarsi perché ci sono molti e inesorabili autovelox. Dopo Sundsvall trovo due matacchioni in sidecar, davvero coraggiosi dato che praticamente piove da ore e ore anche se quando li supero in effetti fa capolino un pallido sole.
La Svezia è interminabile, in più mi ci metto pure io che scelgo di evitare di entrare e visitare le principali città, Upssala e Stochkolm, e così diventa un altro monotono muro verde a lato dell’asfalto, però impreziosito da rovesci di pioggia piuttosto forti. Ma io guido, e guido, e guido, e….canto, e la Svezia la attraverso tutta e alle 21 arrivo all’ultimo camping dell’avventura, a Købehavn dopo aver attraversato lo stretto di Öresund sul lunghissimo ponte e tunnel sottomarino.
Notte asciutta ma breve: mi alzo alle 5,30 e alle 6 sono già al volante, alle 7,30 entro in Germania e dopo 18 ore di guida con poche e brevi soste arrivo a Rovigo, in pieno notte: ho macinato solo oggi 1470 km. Da quando sono partito i chilometri fatti sono molti di più di quanto previsto: 10330, ma sono stato fortunato, non ho mai avuto problemi meccanici o elettronici. Doccia e nanna. Non c’è tempo, né energie per chiedermi cosa abbia fatto e cosa mi sia rimasto. L’avventura norvegese è finita tornando a casa in salute e con l’automobile a posto. Questo basta e avanza.
Il blog non finisce qui. A breve aggiornerò il diario con una ampia gallery di immagini e video. A presto
Algu